Papa Pio VII a Firenze e l’accoglienza alla SS. Annunziata del 9 maggio 1805

Quando accaddero questi avvenimenti pochi anni erano trascorsi dalla tempesta e dalle novità della rivoluzione – leggasi guerra civile francese –, che aveva passato i confini nazionali e attraversato l’Europa. A Luigi XVI era stata tagliata la testa (1793), i giacobini avevano consegnato alla storia il loro nome ad indicare atti e ideologie radicali (1789-1794), gli stati erano entrati in conflitto con la Chiesa e la repubblica di Francia ne aveva nazionalizzato i beni, vietato la professione dei religiosi, massacrato sacerdoti eccetera.
Il 10 febbraio 1798 le truppe francesi del generale Berthier avevano invaso Roma, dandosi al saccheggio dei tesori d’arte e proclamando la repubblica. Il 20 febbraio era stato arrestato Pio VI e condotto, come in un laico pellegrinaggio della rivoluzione, a morire a Valence sul Rodano il 29 agosto 1799. “Citoyen Giannangelo Braschi, pape de son nom d’artist – “Cittadino Giannangelo Braschi, papa con il suo nome d’arte” era stata l’irrisoria l’iscrizione sulla tomba.
La rivoluzione però era giunta al suo apice e da qui, senza apparente ragione, aveva mutato direzione. Pio VII, eletto nel 1800, aveva cercato di rioganizzare l’anarchica chiesa francese (concordato del 1801) e, in omaggio al predecessore, ne aveva fatto ritornare a Roma le spoglie (1802).
Vedendone ancora il grande seguito, Napoleone aveva iniziato a trattare con Pio VII la propria investitura come imperatore (2 dicembre 1804). Parallelamente, per combattere contro gli stati nemici, aveva formato la Grande Armée, invincibile e fortunata fino al tempo in cui sarebbe andata a schiantarsi in Russia (1812, Guerra e pace ha descritto mirabilmente questa parte di storia ...).
E tuttavia, anni dopo:
"Non debemus, non possumus, non volumus" ("Non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo.") pronunciò Pio VII rifiutando di cedere il potere temporale nello stato pontificio prima di essere arrestato nella notte tra il 5 e il 6 luglio 1809 dalle truppe del generale Miollis e condotto in esilio a Grenoble.
Ma ebbe sorte diversa da quella del predecessore e ritornò a Roma nel 1814.

Nel 1805 tuttavia le guerre europee e le altre (tristemente note) leggi eversive contro la Chiesa sembravano lontane dalla Toscana. Anzi, il viaggio di Pio VII in Francia per l’incoronazione di Napoleone aveva avuto dappertutto e qui un gran successo.
Se infatti un palpabile imbarazzo era stato provocato dal transito nello stato del prigioniero Pio VI – odiato per ciò che rappresentava –, al contrario il viaggio del successore raccolse consensi tra le autorità e fu salutato devotamente dal popolo. In ambito locale il comune di Firenze e la SS. Annunziata ne onorarono la dimora in città, come appare tra i documenti anche dalle spese scritte in un registro dal camarlingo del convento fra Pietro Marcuccini.
In particolare nel novembre 1804:

“Note di spese fatte per l’illuminazione del campanile, facciata della nostra chiesa, e del convento nel passaggio di Sua Santità il Sommo Pontefice Pio VII ordinata dal Governo della Comunità Civica di Firenze”.
Riguardarono “n. 30 padelle”, con la mistura da accendere fatta di sego, pece greca e trementina “composta da fra Bartolomeo Zuccagni nostro speziale”.

E lo stesso camarlingo scrisse nel passaggio di ritorno del 1805:
“Nota di spese fatte dal convento nell’occasione che S.S. il Sommo Pontefice Pio VII nel suo ritorno da Parigi a Roma onorò la nostra chiesa, e convento con avervi celebrato la S. Messa, e accordato il bacio del piede la mattina del dì 9 maggio”.

Segue una lunga lista costituita da diverse incombenze:
– Illuminazione del campanile della SS. Annunziata d’ordine del governo” (6 maggio, il papa era giunto a Firenze di sera).
– Legatura “in sommacco rosso d’Inghilterra ricco d’oro dentro e fuori” da parte di Gaspero Ricci del libro “Miracoli della SS. Annunziata” per farne dono al Santo Padre.

– Costruzione di un palco in chiesa a cura di Domenico Ponziani legnaiolo, descritto nella fattura così: "Per avere fatto una gradinata tutta di novo davanti all’altare a tre ordini tutta di asse di l.o fatto tutte intelaiature sotto alte braccia 6 [circa m. 3,5] e molte traverse sotto per conficcarvi i ripiani che sono di asse di 4 qualità e parte di asse di l.o, che il primo scalino di terra e lungo braccia 7 e due terzi [m. 4, 14] largo braccia 4 [m. 2,32] e sopra fatto tutto il ripiano di asse di l.o andante lungo braccia 5 5/6 [m. 3,38] largo braccia 2 2/3 [m. 1,54]. Confitto tutto assieme e fatto il postergale con suo baldacchino con traverse e sproni fissato al posto ... l. 146".
– Montatura dei parati di Vincenzo Cipriani con ventole, lumiere, cera, “padiglioncini a le crociate e i parati alle cantorie e le portiere di fondo ... dieci padiglioni nel chiostrino ... i soliti parati sotto le loggie ... tre portiere ... nell’ingresso dalla Sagrestia Nuova ... 22 padiglioni nel chiostro ... le quattro pareti con parati suoi e parte de’ miei e messo ventole e lumiere e fatto le portiere ... parato in capitolo con la sua roba, pilastri e prospere e portiere e risidenza il tutto guarnito di teletta di oro e messo le ventole e viticci ...”.

– Esecuzioni musicali a cura di 48 tra cantonri e suonatori salariati che furono questi (sono nella nota allegata):
Maestro 16.13.4
Martini 13.6.8
Porri 13.6.8
Forni 5
Buti 2
Calamai 2
Nozzoli 2
Lorenzi 2
Pulitri 2
Mochi 2
Pugi 2
Baldini 1
Redi 1
Pagliai 1
Parri 1
Abachini 1
Boboli 1
Gasparo Pelleschi 1
Salvadore Pelleschi 1
Casini 1
Manetti 1.6.8
Palafuti 1.13.4
(...)delli 4.13.4
Betti 1.6.8
Moselli 5.10
Poggiali 2.6.8
Bianciardi 1.16.8
Checchi 1.16.8
Ugolini 1.16.8
Francolini 1.16.8
Pecori 1.16.8
Lastri 1.16.8
Sborgi 1.16.8
Lorenzi 1.16.8.
Cecconi 1.16.8.
Galli 1.16.8.
Casini 1.16.8.
Landi 1.16.8.
Vanni 3.13.4
Iulì 2
Petri 2.16.8.
Cammilli 2.6.8
Berni 2.16.8
Bandini 2.6.8
Tassinari 2.16.8
Campani 2.6.8
Corona 1.16.8
Fanfani 1.6.8

“A dì 16 maggio 1805 Io fra Alessio Desideri ho ricevuto dal mostro reverendo padre maestro Pietro Marcuccini camalingo lire centoventiquattro e soldi dieci ...”.

Altre spese per la cerimonia di Pio VII alla SS. Annunziata furono:
– Somministrazione di cioccolata comprata da fra Bartolomeo Zuccagni speziale.
– Regalo al furiere Cianfogni per diversi “incomodi datili”.
– Regalo alle monache di San Salvi “avendoci imprestato i loro setini”.
– Mancia ai “due guardarobe” dei marchesi Ricciardi che “ci prestarono diversi dammaschi, e un tappetto grande”.
– Rimborso a fra Giovanni Battista Montelatici per tanti spesi “nella fiorita”.
– A Lorenzo Mader e a un tale ignoto che dettero una mano la mattina della festa.
– Al cocchiere e servitore del principe di Teano che “favorì la carrozza servita per i superiori, che si portaro al Palazzo Pitti a ringraziare Sua Santità dell’onore compatitoci”.
– Un dono alla milizia e alla piazza “a richiesta del signor capitano Guidon”.
– Consumo di cera e vitto dato ai paratori, legnaioli e assistenti.

Paola Ircani Menichini, 6 settembre 2024. Tutti i diritti riservati.




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